“Le meraviglie del duemila” di Emilio Salgari

Le meraviglie del duemila è un romanzo pubblicato nel 1907 da Emilio Salgari, considerato il testo più importante della protofantascienza italiana. Salgari è noto soprattutto come scrittore di avventure, ambientate generalmente nell’epoca a lui contemporanea. Le meraviglie del duemila rappresenta una significativa eccezione con cui lo scrittore veronese da una parte si rifà alla tradizione dei viaggi fantastici, dall’altra risente dell’interesse del Futurismo per le macchine e le nuove invenzioni di quegli anni.

È la storia di due uomini che, grazie alla scoperta di un principio attivo di una strana pianta esotica che sospende le funzioni vitali, riescono a fare un lungo sonno che li condurrà dal 1903 al 2003, ritrovandosi a vivere in una società profondamente cambiata

Potranno così conoscere un mondo popolato da macchine volanti, treni sotterranei e velocissimi, città sottomarine e molte altre invenzioni che destano in loro meraviglia e ammirazione. Gli uomini del futuro sono in contatto con i marziani, con i quali hanno buoni rapporti, ed entrambi i popoli conoscono il volo interplanetario.

Salgari immagina un mondo interconnesso dove le distanze sono ridotte grazie all’efficienza dei nuovi mezzi di comunicazione e le nuove invenzioni apparentemente sembrano aver migliorato la qualità della vita degli esseri umani. Ma per i due “uomini del novecento”, Brandok e il dottor Toby, i ritmi sono troppo frenetici e l’elettricità che permea in continuazione l’aria provoca loro tremori e malesseri che diventeranno sempre meno sopportabili.

L’autore indugia anche sulle descrizioni di fenomeni naturali come eruzioni vulcaniche, tornadi e mari in tempesta che sembrano richiamare una sensibilità romantica per la loro grandiosità e potenza distruttiva. Ma i due protagonisti hanno l’impressione che la violenza di tali eventi naturali non siano paragonabili a quelli conosciuti nella loro epoca, come se l’azione dell’uomo avesse reso le furie della natura ancora più devastanti.

Chi si oppone alla società contemporanea che sembra così perfetta, viene considerato un pericoloso terrorista e deportato in isole in mezzo all’oceano che vengono autogestite dai criminali stessi. Se questi non dovessero seguire le regole, la loro terra verrebbe affondata in modo rapido grazie alle potenti armi sviluppate dagli uomini nel corso degli anni.

Salgari in questo romanzo mette in guardia sui rischi nascosti nel progresso scientifico incontrollato e critica l’eccessivo ottimismo dell’uomo nelle sue capacità di migliorare il mondo. Per questi motivi Le meraviglie del duemila si può collocare più nel filone distopico che utopico in quanto narra un mondo apparentemente perfetto ma che nasconde contraddizioni e molti rischi per la salute e la sopravvivenza stessa dell’uomo stesso, soprattutto per la presenza di armi talmente potenti da causarne la sua estinzione.

Un romanzo di una certa attualità.

2 pensieri su ““Le meraviglie del duemila” di Emilio Salgari

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