Informazioni

Sono un’insegnante di sostegno, appassionata da sempre di letture, cinema e viaggi. Da qualche anno ho cominciato anche a scrivere e lo scorso luglio ho pubblicato in self publishing  un libro dai toni semiseri sui miei anni da precaria nella scuola “Le meravigliose avventure di un’insegnante precaria”.

Ho aperto questo blog per confrontarmi soprattutto  su scrittura e letture con altre persone che abbiano i miei stessi interessi.

Ora fornisco qualche informazione in più sul libro che ho pubblicato, partendo da alcuni passi estrapolati.

Le meraviglie avventure di un’insegnante precaria”

di Anna Maria Arvia


L’estate era passata e mi ritrovai a settembre in attesa delle chiamate per le prime supplenze. Non era il mio esordio assoluto nel mondo della scuola. Infatti, qualche anno prima, avevo fatto qualche breve comparsa alla scuola elementare e sapevo come funzionavano le chiamate dalle segreterie della scuola.

In genere poco prima delle otto squillava il telefono di casa e una voce trafelata ti chiedeva se eri disponibile per una supplenza di tre giorni, o due giorni o anche uno. Se rispondevi di sì, ti intimavano di recarti immediatamente presso una scuola elementare della provincia perché dovevi entrare in servizio magari alle otto e mezzo. Tu facevi presente che per le otto e mezzo forse eri in grado di uscire di casa non certo essere sul posto di lavoro. Messi alle strette, ti concedevano una mezz’ora in più chiedendoti comunque di arrivare il prima possibile, spiegandoti frettolosamente la strada.

A questo punto correvi in bagno, facevi colazione al volo, ti vestiti e saltati in macchina cercando di trovare la scuola di turno senza perderti troppe volte e, ancora con il fiatone, riuscivi ad entrare in classe per l’ora stabilita. Se eri molto fortunata, riuscivi a parlare con qualche collega che ti dava indicazioni sul lavoro che i bambini svolgevano in quell’ora, altrimenti venivi catapultata tra una venticinquina di diavoletti urlanti che riuscivi a rendere un po’ meno rumorosi solo dopo diversi minuti. A questo punto dovevi inventarti qualcosa da fargli fare, senza tradire esitazioni, in modo da tenerli occupati il più possibile e non farli precipitare di nuovo nel caos. In qualche modo riuscivi a portare a termine la giornata, talvolta dopo aver perso la voce e con la testa che ti scoppiava, e tornavi a casa bramosa solo di silenzio e tranquillità. Fino alla chiamata successiva”

L’avente diritto

Dopo settimane di attesa, una mattina di ottobre squillò il telefono e mi chiesero se ero disponibile per una supplenza a Vicomisano, un paesino medievale ad una ventina di minuti da casa. Accettai con entusiasmo, vista anche la distanza contenuta e mi dissero che l’incarico era “fino all’avente diritto”. Chiesi cosa significasse questa formula misteriosa e mi risposero che, poiché le nuove graduatorie di istituto non erano ancora pronte, stavano chiamando i supplenti sulla base delle graduatorie dell’anno passato. Una volta aggiornate le graduatorie, avrebbero verificato se ero io che dovevo proseguire la supplenza o qualcun altro che a quel punto era posizionato meglio. Ovviamente non era chiaro quando sarebbero uscite queste nuove graduatorie quindi la supplenza poteva durare due settimane come un mese o anche oltre se fossi stata io” l’avente diritto”. Comunque, l’importante era lavorare e mi avviai verso la nuova destinazione.

Rispetto alle scuole dove ero stata in precedenza, questo plesso era un po’ più grande ed era raggiungibile senza dover affrontare curve e arrampicarmi su pittoreschi poggi. Mi avevano assegnato una classe prima e una seconda. Erano due classi vivaci ma avevano il pregio di fare silenzio quando cominciavo a spiegare e di mantenerlo per un buon periodo di tempo. La situazione sembrava abbastanza gestibile anche se notai che, relativamente spesso, ora una collega ora un’altra entravano in classe senza bussare o per riferirmi qualcosa o fare qualche comunicazione ai ragazzi. All’inizio non ci feci molto caso poi mi sembrò sempre più strano fino a quando queste irruzioni, dopo circa una settimana, cessarono.

Qualche tempo dopo, una docente non allineata con il gruppo dominante della scuola, mi avrebbe confessato che, quando c’era un supplente temporaneo, questa era una pratica abituale per testare se fosse in grado o meno di gestire la classe. Quando la verifica dava un esito negativo, l’insegnante titolare, se non stava proprio male, rientrava dalla malattia interrompendo di fatto la supplenza del non idoneo sostituto in modo che si potesse chiamare qualcun altro, sperando di essere più fortunati. Non sapevo se ero più basita per essere venuta a conoscenza di tale prassi o contenta di aver superato il bislacco test della scuola.

Assegnare i compiti per casa

La prima media era piuttosto infantile e poco secolarizzata. Per far loro capire qualcosa, la dovevo ripetere cento volte perché c’era sempre qualcuno distratto che contendeva una penna ad un compagno o che guardava fuori dalla finestra in cerca di ispirazione o semplicemente ascoltava con poca attenzione e non riusciva a comprendere il senso del messaggio.

I pargoletti davano il meglio di loro quando dovevo assegnare la lezione per casa. Partivo dicendo di prendere il diario, poi indicavo il giorno per cui la lezione doveva essere fatta, cominciavo a dettare la pagina e il numero degli esercizi e c’era sempre qualcuno che mi chiedeva: “Per quando va? “e poi “Pagina?”, “Che numero? “o ancora “Aspetti, non trovo il diario” e di nuovo “Pagina?”, “Numero?”, “Per quando?”. Così per almeno cinque minuti, senza contare quelli che la lezione non la scrivevano proprio o la scrivevano male ed era necessario controllare i diari di tutti perché la volta successiva c’era sempre qualcuno che non portava i compiti perché non aveva scritto quello che veniva dettato.

Tra l’altro alcuni genitori si lamentavano del fatto che gli insegnanti non controllassero che i loro bambini piccoli non portassero la lezione a casa. Nelle supplenze successive mi resi conto che tale comportamento non era l’eccezione ma quasi la regola e non riguardava solo le prime classi delle medie ma spesso anche quelle successive.


Questi brani sono tratti dal libro “Le meravigliose avventure di un insegnante precaria”, pubblicato il 18/07/2018 da Anna Maria Arvia, insegnante di sostegno prestata alla scrittura.

L’autrice ripercorre, con un tono semiserio, il suo percorso personale che la ha portata dalla laurea in Lettere al raggiungimento dell’agognato ruolo.

Il libro parte dallo smarrimento seguito al conseguimento della laurea, affronta il surreale biennio della scuola di specializzazione che la porterà alle prime chiamate per le supplenze nei luoghi più disparati della provincia.

Nel corso della narrazione, l’autrice mette in evidenza il suo processo di formazione, attraverso le più diverse esperienze tra situazioni difficili e bizzarre, barcamenandosi tra colleghi, genitori e alunni di ogni tipo.

Largo spazio è dato anche ai rapporti umani che si vengono a formare, soprattutto con i ragazzi disabili. Con tutti gli alunni, ma con loro in particolare, è impensabile avere un rapporto di mera trasmissione di nozioni o di regole educative. .

Solo così sarà possibile creare un rapporto di reciproca fiducia ed educare davvero.

E’ un testo che permette di calarsi nel mondo della scuola, facendo emergerne le varie problematiche che ogni giorno, dalla sua trincea, un insegnante deve affrontare.

Cercando su google: respiro di libri- recensione Anna Maria Arvia, trovate una segnalazione del libro da cui si può leggere un ampio estratto della prima parte

https://respirodilibri.blogspot.com/2018/…/segnalazione-romanzo-le-meravigliose.htm

Vi propongo una recensione

http://www.recensioniperesordienti.it/category/recensioni/

e un’intervista all’autrice

http://www.recensioniperesordienti.it/2018/08/23/intervista-anna-maria-arvia-scrittrice/ 

Altra recensione

https://www.librierecensioni.com/recensioni/le-meravigliose-avventure-di-un-insegnante-precaria-anna-maria-arvia.html

Puoi trovare il libro qui: https://www.amazon.it/meravigliose-avventure-uninsegnante-precaria-ebook/dp/B07FRXC2V2/ref=zg_bsnr_508820031_23?_encoding=UTF8&psc=1&refRID=K597692F4QXNXTSYCCQH

Qui anche in formato cartaceo

https://stores.streetlib.com/it/anna-maria-arvia/le-meravigliose-avventure-di-uninsegnante-precaria/

Il libro è presente anche negli store online delle principali librerie come Ibs, La Feltrinelli, Mondadori, ecc. Basta fare una ricerca per nome dell’autrice o del libro.

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9 pensieri su “Informazioni

      1. Forse non abbiamo i soliti gusti, ma trovo le tue recensioni molto piacevoli da leggere.
        Dato che ci sono volevo farti qualche domanda tecnica, se ti va di rispondere.
        Ho aperto da poco il mio blog e sto cercando di farlo conoscere in giro. Tu hai dei suggerimenti d darmi a riguardo, visto che hai già parecchi followers?
        Seconda domanda: quando scelgo le parole per i tag, meglio mettere quelle essenziali o meglio indicarne il più possibile?

        "Mi piace"

      2. Il modo migliore per farsi conoscere in giro è commentare a tutto spiano sugli altri blog. Riguardo agli hashtag, mettine il più possibile, anche quelli che non c’entrano nulla con il tuo articolo, ma verranno comunque cercati da un sacco di persone (uno su tutti: Salvini). Comunque, lo ripeto, è commentando sui blog altrui che ti costruisci un tuo pubblico! 🙂

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