Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai
per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva
selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant’ è amara che poco è più morte;
ma per
trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho
scorte.
Io non so ben ridir com’ i’ v’intrai,
tant’ era
pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Parafrasi
A metà del cammino della nostra vita (circa 35 anni)
mi ritrovai in una selva oscura
poiché la diritta via (che conduce alla virtù) era smarrita.
Ah, quanto è arduo dire com’era
questa selva selvaggia aspra e difficile
che solo a ripensarvi rinnova la paura!
Tanto è piena di tormento che poco più angosciosa è la morte;
ma per trattare del bene che vi trovai (il soccorso del cielo tramite Virgilio)
dirò prima delle altre cose che vi ho visto (le tre fiere).
Non so ridire bene come vi entrai,
tanto ero pieno di sonno (dell’anima, offuscata dal peccato) a quel punto
che la vera via abbandonai.
Piccolo commento
Il viaggio di Dante si svolge nella settimana santa dell’anno 1300. Il poeta, smarrita la retta via, si ritrova in una selva oscura. La selva è simbolo di una condizione di traviamento morale e intellettuale nel protagonista e, più in generale, della corruzione della civiltà cristiana.
Il punto del verso 11 si riferisce al periodo dopo la morte di Beatrice quando al poeta venne a mancare il soccorso delle donna amata che lo indirizzava sulla retta via. Persa la sua guida, Dante rivolge i suoi passi per via non vera e persegue immagini del bene fasulle.