Il docente tecnologico

Con l’avvento e la diffusione del registro on-line, anche i docenti più recalcitranti si sono dovuti rassegnare ad avere a che fare quotidianamente con computer, tablet, programmi, applicazioni, collegamenti a wi-fi, cambio e recupero password e altre diavolerie di questo genere.

Per semplificare l’uso di tali strumenti, in ogni scuola si tengono generalmente nei primi giorni di settembre dei corsi di formazione mirati soprattutto al corretto uso dell’imprescindibile registro elettronico.

E anche se la maggior parte dei docenti è ormai abituata all’uso del computer e li possiamo vedere vagare tra i corridoi e nelle aule con l’immancabile tablet sotto braccio, c’è ancora una ostinata minoranza che vive questo cambiamento come un terribile sopruso.

Così, poco prima dell’inizio dei corsi dedicati si possono sentire levare alti sospiri e nostalgici lamenti per la scuola di una volta, quando con una lavagna, un gesso e dei libri si poteva svolgere la propria onesta lezione senza dover apprendere altre fastidiose competenze che ad una certa età risultano di difficile acquisizione, quasi si chiedesse ad un distinto signore ultrasessantenne che non ha mai posseduto delle scarpe da trekking di arrampicarsi per un erto sentiero di montagna.

Questi docenti ostili all’innovazione vedono le nuove tecnologie non come qualcosa che faciliti la didattica ma, dal loro punto di vista, come un ostacolo al normale svolgimento del loro lavoro e spesso passano le giornate a perseguitare parenti o a rivolgersi a colleghi più esperti per sottoporgli problemi che non li fanno dormire la notte come cercare di mettere le assenze sul registro online o recuperare una password dimenticata.