I custodi variegati

I custodi o, come vengono chiamati oggi, collaboratori scolastici sono una popolazione molto variegata, sia a livello di competenze che di disponibilità a collaborare in modo effettivo. Nel corso degli anni anche loro, come tutto il personale della scuola, ha subito una bella sforbiciata; quindi appartiene ormai al passato l’immagine di quattro-cinque custodi seduti intorno ad un tavolo all’ingresso della scuola che parlano del più e del meno e si scambiano opinioni sulle ricette. A quei tempi poteva capitare che, se tu avessi avuto bisogno di un’informazione e ti avvicinavi a tale adunanza, i presenti ti guardassero con aria interrogativa fino a che qualcuno di loro decideva che forse era il caso di rispondere.

Anche recentemente comunque ho riscontrato casi di scarsa reattività quando interveniva uno stimolo esterno e di strane lamentele di tali lavoratori della scuola. Senza considerare i casi limite, per fortuna ormai scomparsi, di bidelli che si addormentano sul posto di lavoro o che escono fuori per recarsi al bar a farsi un bicchierino, ogni tanto emergono ancora situazioni bislacche.

Una volta che seguivo un’alunna la quale aveva bisogno nel corso della mattinata di stare qualche minuto nel giardino della scuola, fui avvicinata da una collaboratrice scolastica perché aveva bisogno di dirmi qualcosa. Chiesi che problema ci fosse e lei, tra l’imbarazzato e il seccato, mi fece presente che vicino al banco della ragazza aveva trovato della terra che probabilmente lei aveva portato da fuori. Mi chiedeva dunque di far pulire bene le scarpe alla mia assistita prima di rientrare in classe, altrimenti avrebbe sporcato sul pavimento e poi avrebbe dovuto pulire lei.

Io ero un po’ perplessa visto che erano diversi giorni che non pioveva e quindi non capivo quale sporco avesse potuto portare in classe la bimba. Andai ad esaminare la zona intorno al suo banco e, solo dopo un’attenta ricognizione, scorsi delle micro-particelle di terra che non mi sembrava contribuissero molto a rendere l’aula meno pulita.

Nel mio lungo peregrinare tra le varie scuole, trovai anche custodi tuttofare che non si fermavano un secondo da quando arrivavano la mattina a quando, pulite tutte le aule, chiudevano la scuola. Se l’edificio aveva un solo piano ed erano presenti al massimo sei classi, in genere c’era una sola custode che doveva rispondere al telefono, aprire la porta di ingresso il cui campanello suonava in continuazione, fare le fotocopie che spesso venivano richieste, sorvegliare i ragazzi quando uscivano dall’aula, scaricare la posta dal computer, far passare le circolari nelle classi e via dicendo. Durante la ricreazione, nel momento più caotico, poteva capitare anche che arrivasse la coordinatrice di plesso, sempre vogliosa di offrire qualcosa ai colleghi, e le ordinasse cinque-sei caffè da fare e portare ai vari insegnanti della scuola.

Quando poi c’erano le riunioni pomeridiane, se per caso mancava la bidella che doveva venire nella seconda parte della giornata, quella della mattina magari doveva farsi quasi 12 ore di lavoro consecutive ed era inutile chiedere in Direzione se potessero chiamare qualcun altro: non c’erano mai disponibilità o soldi per chiamare supplenti se non per assenze molto lunghe.