Ciao a tutti,
anche questo mese presenterò alcuni estratti dal mio libro che per alcuni giorni sarà in promozione a 99 centesimi. Buona lettura!
Dario
Nella classe
erano presenti diversi elementi particolari tra i quali emergeva
rumorosamente Dario, un vispo ragazzo con i capelli alla moda, che
sentiva sempre il dovere di intervenire anche quando non era
richiesto. Una collega mi raccontò che l’anno precedente Dario era
stato sorpreso in classe mentre consultava un giornalino porno e per
questo motivo erano stati convocati i genitori. Questi erano venuti,
anche se infastiditi per aver dovuto lasciare il lavoro; tra l’altro
non sembravano così sconvolti dall’accaduto anzi il padre appariva
quasi orgoglioso del fatto che il figlio stesse crescendo dimostrando
la giusta mascolinità.
Dario era molto
precoce con le ragazze e, insospettiti del fatto che durante le
lezioni chiedesse di andare in bagno sempre alla stessa ora,
scoprimmo che si dava appuntamento con varie fanciulle della scuola.
Non si capisce come nessuna delle custodi non si fosse mai accorta di
questi avvenimenti. Infatti, sono loro che devono vigilare quando i
ragazzi escono dall’aula, visto che gli insegnanti sono impegnati
ad intrattenere gli altri. Decidemmo allora di ridurre al minimo le
sue uscite fuori dalla classe, mandandolo eventualmente in orari
diversi rispetto a quelli che sembrava preferire, ovviamente
scatenando le sue energiche proteste.
Verso la fine
dell’anno scolastico fu segnalata dallo stesso Dario una scritta in
bagno di minacce verso la preside ed era firmato “Le nuove brigate
rosse”. Ovviamente nessuno prese sul serio tali minacce ma qualche
sospetto cadde su chi l’aveva fatta notare in quanto era stato visto,
questa volta sì, prima entrare in bagno, poi uscire e poi rientrare
e segnalare il ritrovamento dell’iscrizione. Dario non era un ragazzo
antipatico, anzi era anche una persona buona quando veniva preso al
di fuori delle ore di lezioni ma ci fece davvero passare un anno
tribolato.
Walter
Tornando
all’assegnazione dei casi a Casale, dopo una lunga discussione a me
toccò Walter, un ragazzo di prima media con una storia familiare
molto difficile. Walter era nato dalla relazione tra una madre semi
sbandata e un uomo che, dopo la nascita del figlio, non se l’era
sentita di rimanere con la compagna. Entrambi erano molto giovani e
nei primi anni di vita il bambino stette un po’ con la madre e un po’
con i nonni materni i quali ad un certo punto ebbero in affidamento
il nipote perché la madre palesemente non era in grado di occuparsi
di lui. Quindi Walter crebbe nella fattoria dei nonni in condizioni
migliori di quando era con la madre ma un po’ allo stato brado, senza
ricevere una vera e propria educazione. Quando fu in terza elementare
il padre, che ogni tanto lo andava a trovare, non riuscì più a
tollerare lo stato in cui vedeva il figlio e ne chiese l’affidamento
che alla fine ottenne. Lo portò a vivere con lui, la nuova compagna
e la figlia avuta da questa, oltre alla nonna paterna che viveva con
loro. Fu un altro grosso cambiamento nella vita del bambino che
reagiva spesso in modo incontrollato, mettendo a dura prova la
pazienza di tutti i nuovi familiari, ma era pur sempre un altro passo
verso una situazione più normale.
Il
primo giorno di scuola conobbi Walter, un bambino paffutello con dei
profondi occhi neri su un viso dai bei lineamenti. Portava i capelli
lunghi, raccolti in una coda, come, scoprii più tardi, li teneva il
padre. Dopo poche decine di minuti che eravamo in classe, cominciò
subito a mettersi in mostra facendo interventi che non erano
pertinenti con quello che diceva l’insegnante di matematica, la quale
comunque si mostrò molto paziente, visto che i primi giorni erano
dedicati all’accoglienza dei nuovi arrivati.
Nei giorni successivi Walter cominciò a mostrare tutto il suo repertorio che andava da commenti fuori luogo sui compagni di classe a interruzioni della lezione per dire qualunque cosa gli venisse in mente, fino ad arrivare a veri e propri scoppi di violenza quando si sentiva provocato dagli altri. Infatti, nella sua classe, come spesso accade, c’era qualcuno che, accortosi delle sue reazioni sopra le righe, si divertiva a stuzzicarlo o guardandolo ridacchiando o facendo commenti inopportuni, oppure anche accusandolo di qualcosa che non aveva fatto. Osservando meglio il loro comportamento mi accorsi che qualcuno, particolarmente acuto, tirava fuori dei pallini di carta da sotto il banco, ed esclamava che era stato Walter a lanciarli. La situazione divenne presto di difficile gestione e, pur cercando di parlare con i suoi compagni e di sensibilizzare i genitori, spiegando loro la situazione, il clima non migliorò molto. Momenti di tensioni continuarono a presentarsi per tutto l’arco dell’anno scolastico e ovviamente questo non aiutava la crescita di Walter.
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1
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https://www.librierecensioni.com/recensioni/le-meravigliose-avventure-di-un-insegnante-precaria-anna-maria-arvia.html
https://lombradelloscrittore.wordpress.com/2018/12/07/intervista-anna-maria-arvia/