N.N. Taleb “Il cigno nero”

Il “Cigno nero” è un saggio pubblicato per la prima volta nel 2007 dal filosofo ed ex-trader libanese Nassim Nicholas Taleb che per tutta la vita si è dedicato alle scienze dell’incertezza.

In breve tempo questo testo è diventato uno dei più letti e commentati ed è considerato uno dei libri che più hanno influito sul pensiero degli ultimi decenni.

Secondo il suo autore il Cigno nero è un evento che possiede le tre caratteristiche seguenti.

In primo luogo è un evento isolato, che non rientra nel campo delle normali aspettative.

In secondo luogo ha un impatto enorme.

In terzo luogo, nonostante il suo carattere di evento inaspettato, la natura umana ci spinge ad elaborare a posteriori giustificazioni della sua comparsa.

Fa parte della nostra natura cercare di trovare una spiegazione a quel che accade, specialmente se ha un impatto smisurato. Trovare un nesso tra due eventi è rassicurante e ci dà l’illusione di avere il controllo sul flusso degli avvenimenti sia storici che personali.

Secondo Taleb però la storia non è una successione di eventi concatenati tra di loro secondo una logica di causa ed effetto, ma procede a scatti, seguendo procedimenti casuali più che causali.

Nei libri di scuola tutti noi abbiamo imparato che la Prima Guerra Mondiale è stata la conseguenza ovvia e inevitabile di processi che erano iniziati decenni prima, come per esempio le tensioni crescenti tra i vari stati, il nazionalismo diffuso e le tendenze imperialiste di alcuni.

In realtà nel 1914, alla vigilia dello scoppio della guerra, nessuno si aspettava davvero un conflitto, sia perché gli attriti tra stati sembravano comunque sanabili con interventi diplomatici sia perché i vari sovrani europei erano tutti o quasi imparentati tra di loro.

Secondo Taleb, sono gli storici che con il loro intervento delineano a posteriori i rapporti di causa ed effetto tra gli avvenimenti che nella realtà non ci sono.

Ovviamente questo non vale solo per la storia ma per tutti i campi del sapere e spesso anche per la nostra vita personale.

Il problema è che sembra che tutti si comportino come se il Cigno nero, essendo un evento raro e imprevedibile, non esistesse.

Tutti noi siamo portati a concentrarci sui dettagli, invece che sul quadro generale. Invece è facile comprendere che la vita è l’effetto cumulativo di pochi scossoni rilevanti.

Molti Cigni neri sono causati ed ingigantiti proprio dal fatto che sono imprevisti.

Pensiamo all’attacco terroristico dell’11 settembre. Se il rischio fosse stato preso in considerazione nei giorni precedenti, l’attacco non sarebbe mai avvenuto.

Non è strano che si verifichi un evento proprio perché non lo abbiamo previsto.

Pensiamo allo tsunami del 2004. Se fosse stato previsto, si sarebbero prese delle contromisure per limitarne i danni. Non si poteva evitare, ma contenere sì.

Noi agiamo come se fossimo in grado di prevedere eventi storici. I nostri errori nella previsione di eventi politici ed economici sono spesso giganteschi, ma continuiamo a pretendere di fare previsioni basandoci su avvenimenti del passato, come se questo bastasse per prevedere quelli futuri.

Non ci rendiamo conto che siamo in balia degli eventi rari, che possono travolgerci come un maremoto mentre conduciamo la nostra vita di tutti i giorni.

Dobbiamo accettare l’esistenza dei Cigni neri, invece di cercare ingenuamente di prevederli.

Focalizzandoci su ciò che non sappiamo, invece che su quello che conosciamo, potremmo collezionare Cigni neri fortunati aumentando al massimo l’esposizione ad essi. Bisogna essere attenti a cogliere tutte le opportunità che la vita ci riserva. Spesso non è scontato che ciò che accada.

Contrariamente a ciò che sostengono le scienze sociali, quasi nessuna scoperta o tecnologia di rilievo è nata dalla progettazione e dalla pianificazione. La scoperta della ruota, quella della penicillina e il successo di Google sono solo alcuni esempi che si possono fare.

Questi si possono considerare Cigni neri positivi. In alcuni casi, come in quello di Google, i loro creatori sono stati travolti da un successo, sia economico che di popolarità, inaspettato e fuori scala.

Ma come facciamo ad affrontare il Cigno nero?

Il mondo è dominato da ciò che è sconosciuto e molto improbabile (secondo la nostra conoscenza attuale), mentre noi continuiamo a concentrarci su ciò che è conosciuto e ripetuto.

Questo implica la necessità di utilizzare l’evento estremo come punto di partenza, non come un eccezione da nascondere sotto il tappeto.

Le probabilità degli eventi rari non sono calcolabili; è molto più facile constatare l’effetto che tali eventi hanno su di noi. Non conosco le probabilità di un terremoto, ma mi posso concentrare sulle conseguenze. Non dobbiamo far altro che limitare gli effetti di tale evento potenzialmente catastrofico, per esempio costruendo edifici adatti.

Secondo Popper, uno dei punti di riferimento di Taleb, per prevedere ciò che accadrà è necessario conoscere le tecnologie che saranno scoperte in futuro, ma se tale conoscenza ci permetterebbe di svilupparle subito. Quindi non sappiamo quel che sapremo.

Dobbiamo quindi concentrarci su come evitare o limitare gli effetti negativi e potenzialmente catastrofici del Cigno nero.

Ma gli esseri umani non sembrano ancora aver imparato bene la lezione.

Gli avvenimenti degli ultimi mesi lo dimostrano in modo evidente.

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