Il docente indolente

La stragrande maggioranza dei docenti con cui sono entrata in contatto in questi anni svolgevano il proprio lavoro senza risparmiarsi e con grande professionalità, ma, come in ogni categoria, anche tra gli insegnanti ogni tanto se ne trova qualcuno non particolarmente zelante.

Tra questi ci sono sicuramente gli assenteisti seriali che, accampando ora una scusa ora un’altra, non si presentano troppo spesso a lavoro, costringendo i coordinatori di plesso ad acrobazie per cercare di coprire le varie classi orfani del loro insegnante. Non parlo ovviamente di chi ha problemi in famiglia, o di salute, o bambini piccoli che si ammalato, bensì di persone che sembrano non avere particolari problemi ma che fanno assenze a macchia di leopardo, non in maniera continuativa quindi, in modo tale che non sia possibile neanche chiamare supplenti esterni alla scuola.

Di questa categoria ricordo sicuramente Ciccio, un ragazzo campano che aveva messo a punto tutta una serie di strategie per limitare al minimo l’esposizione al lavoro. Durante le riunioni che precedono l’inizio della scuola per esempio, se capitava che lavorasse per due Comprensivi diversi, diceva ai referenti del primo che era impegnato nella seconda scuola e ai responsabili della seconda che doveva recarsi nella prima scuola, stando attento a non esagerare per non farsi cogliere in castagna.

Nel corso dell’anno poi faceva tutta una serie di assenze durante le quali tornava nel paese natio a farsi curare per non si sa bene quale patologia. Una volta, avendo come alunno un bambino difficile da gestire il quale gli aveva urlato in un orecchio, subito prese la palla al balzo facendolo passare per un infortunio sul lavoro che gli aveva danneggiato il timpano e non se ne seppe più nulla per il resto dell’anno.

Un altro caso particolare che mi viene in mente è quello di un docente di Educazione Fisica che, oltre ad insegnare, faceva anche il preparatore atletico di una squadra di calcio professionistico. Al di là del fatto che non so come potesse svolgere entrambi i lavori, capitava che almeno una settimana sì e una no, mancasse o per seguire la sua squadra in trasferta o per qualche altro impegno sportivo.

Ad un certo punto dell’anno apprendemmo, con malcelata soddisfazione, che era stato esonerato dalla sua squadra di calcio, sperando che a questo punto sarebbe stato più presente a scuola. In realtà continuò a fare assenze e a creare disagi quasi con la stessa costanza di prima, visto che si erano presentati altri problemi che in precedenza non erano emersi. La ciliegina sulla torta fu la sua scomparsa nel periodo degli esami di terza media perché aveva deciso che era giunto il momento di operarsi ad un ginocchio.

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