Un momento molto importante per i ragazzi, atteso per tutto l’anno, è rappresentato dal viaggio di istruzione. Per i docenti accompagnatori, invece, lo scopo principale della gita sarà tornare a casa vivi, possibilmente riportando indietro tutti i partecipanti.
La gita in genere si svolge così. I genitori portano i loro pargoletti la mattina presto nel luogo concordato per la partenza, li raccomandano agli insegnanti, li salutano affettuosamente magari con una stretta al cuore e poi se ne vanno pensando già a quando chiamarli per sentire dove sono, cosa fanno, se hanno mangiato, ecc.
Quando siamo riusciti a mettere a sedere tutti i gitanti, aver fatto l’appello e impartito le raccomandazioni del caso (come quella di non alzarsi in piedi durante il tragitto), si parte. Ben presto si leva un brusio che piano piano aumenta sempre di più e dopo poco cominci ad avvertire i primi segnali del mal di testa che ti accompagnerà per tutta la giornata.
Dopo nemmeno un’ora, qualcuno comincia a chiedere dove siamo; dopo cinque minuti un altro vuole sapere quando arriviamo; dopo altri dieci minuti qualcun altro chiede quando ci fermiamo perché comincia ad avere bisogno del bagno e così via per tutto il viaggio. Se per caso il pullman deve percorrere una strada con curve o addirittura salire verso la montagna, è praticamente sicuro che qualcuno si sentirà male e, per uno strano effetto contagio, anche altri lo seguiranno mentre tu ti aggirerai distribuendo sacchetti di plastica nel caso a qualcuno venga da vomitare.
Durante la sosta alla stazione di servizio raccomanderai a tutti di andare in bagno perché dopo per un po’ non ci fermeremo, ma ci sarà sempre qualcuno che non lo farà dicendo che non gli scappava, salvo poi averne bisogno dopo un quarto d’ora che saremo ripartiti. Al bar si avventeranno su qualunque oggetto che sembra commestibile, soprattutto schifezze di tutti i tipi, almeno che non siano state vietate preventivamente; ma, anche in questo caso, qualcuno non riuscirà comunque a resistere davanti a lecca-lecca, bevande dai colori improbabili, caramelle e dolciumi vari. Del resto, controllarli in modo adeguato quando si sparpagliano, occupando tutta la superficie calpestabile, è veramente impossibile.
Dopo aver visto la città o comunque quel che era lo scopo del viaggio, l’allegra comitiva si rimetterà sulla strada di casa e più o meno si ripeteranno gli avvenimenti dell’andata. Quando ci avvicineremo al luogo dove ci aspettano i genitori, raccomanderemo a tutti di chiamare, in genere indicando un orario di almeno dieci minuti prima rispetto a quello reale, in modo da poterli riconsegnare ogni fanciullo senza aspettare ore.
Finalmente arriveremo al punto di arrivo e saluteremo tutti, controllando che tutti i ragazzi abbiano ritrovato i propri familiari.
In genere la restituzione avviene senza problemi ma ogni tanto c’è qualche genitore che arriverà anche molto in ritardo o perché il vispo figlio non l’aveva avvertito, nonostante le numerose sollecitazioni, oppure perché avevano da fare e non potevano venire prima. Così può capitare che dopo 12 ore di gita, non sarà possibile per gli accompagnatori tornare a casa perché dovranno aspettare il padre o la madre di qualche ragazzo che in alcuni casi sarà necessario anche tranquillizzare perché non si spiegherà il ritardo dei genitori.
L’ha ripubblicato su Anna Maria Arvia.
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