Tim Marshall- “Le dieci mappe che spiegano il mondo”

“Le dieci mappe che spiegano il mondo” è un saggio dello scrittore e giornalista inglese Tim Marshall pubblicato nel 2017.

Marshall è un grande esperto di politica estera, con oltre venticinque anni di esperienza giornalistica in cui ha seguito numerosi eventi bellici.

In questo libro, scritto in modo chiaro e appassionante, l‘autore fa sua la teoria del determinismo geografico, secondo la quale la conformazione territoriale di uno stato definisce in modo spesso decisivo quale potrà essere il suo sviluppo.

Quindi la presenza di barriere naturali come montagne, oppure di una rete fluviale articolata e navigabile, o di risorse naturali possono avere un aspetto rilevante su tanti aspetti della nostra società, come la strategia politica, militare o lo sviluppo sociale o del commercio.

Per quale motivo, per esempio, Cina e India, che hanno in comune un confine lunghissimo, non si sono mai scontrate in una guerra vera e propria? Semplicemente perché li separa la catena montuosa più alta al mondo, l’Himalaya.

Esaminando il più grande stato al mondo, ovvero la Russia, Marshall afferma che la mancanza di un porto in acque temperate è sempre stato il tallone d’Achille di questo Paese e l’annessione della Crimea risponde in parte a questa esigenza, anche se si trova in un mare interno come il Mar Nero. Avere porti le cui acque ghiacciano diversi mesi l’anno contribuisce a fare della Russia uno stato geograficamente svantaggiato. E se non avesse grandi disponibilità di gas e petrolio, lo sarebbe ancora di più.

L’Europa occidentale ha avuto dalla sua parte un clima che ha assicurato alla regione le piogge necessarie per le coltivazioni intensive e il suolo adatto per portarle a maturazione. Una rete di fiumi navigabili e spesso collegati tra di loro hanno fatto il resto.

Al contrario l’Africa non è stata favorita dal suo territorio, a causa della mancanza di porti naturali, avendo coste piatte, e della caratteristica dei fiumi, molto grandi e ricchi d’acqua ma inadatti come via di trasporto a causa della presenza di numerose cascate. Inoltre il commercio via terra è stato ostacolato da ampie zone difficili da attraversare, come deserti e giungle. Anche il clima, che ha favorito la diffusione della malaria in diverse zone del continente, non ha certo contribuito al suo sviluppo.

In questo testo l’autore analizza tutte le varie regioni del mondo, dagli Stati Uniti all’America Latina, dal Medio Oriente all’Asia, soffermandosi in particolare sulla Cina e di ognuna di queste, esamina la conformazione del territorio e di come questo abbia influito o ostacolato il suo sviluppo. L’ultimo capitolo del libro riguarda una zona quasi totalmente disabitata, ma che con il progressivo ed irreversibile scioglimento dei ghiacci, è già diventata la meta delle mira dei Paesi che vi si affacciano, per la presenza massiccia di minerali e fonti di energia: l’Artide.

In questa zona, i più attrezzati e con una presenza più massiccia sono senz’altro i russi, sicuramente in vantaggio rispetto ad altri popoli nell’affrontare condizioni climatiche così difficili.

I paesi e le aziende che vorranno mettere le mani sulle ricchezze dell’Artide dovranno sfidare un clima impossibile, con notti senza fine, il mare che ghiaccia diversi mesi l’anno e onde che a largo raggiungono i 10 metri.

Il progresso tecnologico può in parte aiutare a superare questi ostacoli ma non li eliminerà del tutto. Per questo motivo, ci sarà bisogno della solidarietà e l’aiuto reciproco di popoli diversi per superare le difficoltà.

L’apertura nei confronti dell’altro dovrebbe prevalere sulla competizione per le risorse. Ma su questo punto sembra che ci sia ancora tanta strada da fare.

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5 pensieri su “Tim Marshall- “Le dieci mappe che spiegano il mondo”

    1. È vero, ma nel libro si dimostra che la conformazione geografica ha sempre una certa influenza nelle decisioni dei vari stati, anche quando si possono modificare.
      Ad un certo punto l’autore si chiede cosa potrebbe succedere se l’Etiopia, dove nasce il Nilo, facesse in modo che scorresse meno acqua di questo vitale fiume verso l’Egitto. Probabilmente ci sarebbe una guerra

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      1. Sicuramente, togli il probabilmente.
        Basta vedere cos’è successo col gas tra Ucraina e Russia. ( certo c’è la Crimea di mezzo )
        L’articolo era molto bello e interessante, certo oggi la guerra si può fare in modo diverso di una volta.

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