Conosciamo lo scrittore Mark Twain soprattutto come autore di romanzi come Tom Sawyer o Le avventure di Huckleberry Finn, dove fonde solidità narrativa, umorismo e critica sociale, e farà dire ad Hemingway che tutta la letteratura americana moderna discende in qualche modo da questa opera.
Lo scrittore americano ha scritto nel corso della sua lunga carriera anche moltissimi racconti umoristici e irriverenti che sferzano la società dell’epoca in cui viveva.
Contro i luoghi comuni è una raccolta di alcuni dei più significativi di questi scritti, che copre un arco temporale che va dal 1863 al 1895.
Le tematiche sono le più varie. E’ presente il ribaltamento delle storie edificanti dell’epoca, mediante l’ironica descrizione del ragazzo che si comporta secondo i precetti morali a cui non segue il lieto fine, come sempre accade nei libri; a cui si oppone la Storia del ragazzino cattivo che condusse una vita baciata dalla fortuna, il quale non ha nemmeno le giustificazioni tipiche del suo comportarsi male, come per esempio un’infanzia difficile o la madre malata, e non subisce mai punizioni per le sue malefatte.
Oppure c’è la demolizione del mito dell’America come terra di opportunità per tutti in Avventure d’un cinese in America, dove il razzismo nei confronti degli stranieri non permette neanche di provare a cominciare una nuova vita e un cittadino cinese, appena arrivato, finisce in carcere, senza alcuna colpa, solo perché nessuno è disposto a testimoniare in suo favore.
Nel brano che chiude la raccolta, Twain si dilunga su come costruire una storia umoristica, che considera un’opera d’arte, che solo un artista può raccontare e la contrappone alla storia comica e spiritosa che deve essere breve e arrivare subito al punto.
In questo libro possiamo apprezzare la grande verve ironica e di critica sociale dello scrittore americano, che con la sua arguzia rovescia i luoghi comuni e squarcia il velo di ipocrisia che ricopre la società, mostrandone le contraddizioni e le incoerenze.